Roma, 14 luglio 2009

 

POSTOP, diretta da Alessio Bergamo, raccoglie artisti di teatro professionisti i quali, avendo preso atto di una serie di mutamenti nel sistema produttivo teatrale italiano * , intendono proporre una modalità di creazione di radicalmente nuova, in avanguardia sia dal punto di vista artistico che da quello organizzativo.

 

POSTOP organizza performance in continua evoluzione. Questo dato è inevitabile per il teatro eppure, curiosamente, il sistema produttivo si ostina a ignorarlo. Oggi più che mai quest’ostinazione è insensata. Un regista che produce una partitura fatta per essere ripetuta e attori e tecnici che vanno a ripeterla in spazi e città diversi e davanti a pubblici differenti, sono un lascito di un sistema produttivo che prevedeva un pubblico orientato dalla critica e la possibilità di replicare lo spettacolo per molte volte e senza intervalli di tempo troppo lunghi. Questo mondo, di fatto, non esiste più. Postop, che si pone inoltre lo scopo di coltivare la compresenza viva e interconnessa tra pubblico e artisti, assume quindi come dato programmatico che ogni sua performance sia differente dalla precedente.

 

Coerentemente con quest’impostazione Postop usa il tempo delle prove non per acquisire una partitura data che possa essere ripetuta, ma come un allenamento per abituare i suoi artisti a compiere azioni vive che si pongano in una relazione davvero presente con gli spettatori: pronti al racconto collettivo di una storia, ma ancorati a una relazione viva e quindi mobile col pubblico in sala.

 

Questo principio comporta che Postop lavori obbligatoriamente in luoghi che può “abitare” per il periodo delle prove e delle performance. Luoghi che non devono essere necessariamente teatrali.

 

POSTOP predilige la musica dal vivo, costruisce un lighting variabile, mobile, abolendo la classica successione a quadri, rifiuta la concezione tradizionale della scenografia partendodal dato (morfologico, ma anche storico) del luogo in cui viene ospitata e mettendolo a servizio della performance. Usa il dato reale come trampolino di lancio per l’immaginazione.

 

POSTOP produce per ogni sessione di lavoro una serie di performance originali: create e mostrate in e per quel luogo.

 

Questo nuovo tipo di “stanzialità temporanea” permette a Postop di instaurare un rapporto con la gente del quartiere, della cittadina, del paese, dell’istituzione .

Crea i presupposti per l’articolazione di un ventaglio di iniziative (formative, performative, ludiche…) che possono garantire un’ offerta culturale più ricca e complessa della sporadica presenza delle compagnie teatrali nel luogo e dell’atto teatrale in sé.

 

POSTOP è viva dal 14 luglio 2009.

 

"L’inesistenza di una politica centralizzata del teatro (i tagli al FUS, ormai, riguardano solo una minima parte degli artisti di teatro italiani); la parcellizzazione delle reti e delle possibilità  distributive; la difformità incomparabile tra l’accessibilità alle risorse per la formazione e l’alfabetizzazione teatrale e l’accessibilità alle risorse per la produzione; l’esiguità delle risorse per la produzione; e così via per molte pagine che potrebbero essere stese sull’argomento"